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Messaggio  Efriel Sab 03 Gen 2009, 3:14 pm

Visto che il primo è andato a ruba...più o meno :-) pensavo di proporne un altro per Pasqua.Il tema che piacrebbe affrontare, sono le sorprese.I racconti in cui la narrazione ti accompagna in un mondo che poi, nel finale, si rivela tutt'altro.Magari per i "carabinieri" a fine libro mettiamo le soluzioni.Che ne dite? Se è sì tocca mettersi in movimento subitoprestopresto....:-)
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Messaggio  sweet Sab 03 Gen 2009, 8:56 pm

Stavolta se posso... partecipo anch'io!!
Va bene lo stesso se rispolvero cose già pubblicate in passato su focus? E se si, le pubblico qui o te le mando via mail??
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Messaggio  Efriel Mar 06 Gen 2009, 9:59 pm

Direi di pubblicarla qui, così facciamo prima e tutti vedono i racconti
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Messaggio  tricio Mar 06 Gen 2009, 10:29 pm

Faccio il carabiniere...
Non ho capito che tipo di racconti .... Question
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Messaggio  sweet Mar 06 Gen 2009, 11:49 pm

Se ho ben capito qualcosa che abbia un finale a sorpresa... tipo le storie di Efriel per capirci... oppure qualcosa che fin dall'inizio faccia pensare ad una data cosa e poi si riveli tutt'altro... giusto???

Ma solo racconti o anche poesie vanno bene?
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Messaggio  Efriel Mer 07 Gen 2009, 9:51 pm

brava Sweet hai capito perfettamente :-) Tipo Marta e Lotar o E' bellissima.Si anche le poesie vanno bene.
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Messaggio  sweet Gio 08 Gen 2009, 11:41 pm

Grazie Efriel! :-)

Allora... io storie o poesie con finale a super mega iper sorpresa come il tuo non ne ho... le cose che più si possono avvicinare le metto qui, poi decidete voi se sono abbanstanza in tema o no. Smile


PASSIONE


Ti vedo schiudere il tuo scrigno.
Gli occhi già ti brillano
con il posarsi del tuo sguardo
su quel che ne è racchiuso.
Poi osservo le tue dita,
la leggerezza infinita con cui si muovono
per liberarlo dalla sua prigione.
Ed ora è lì, tra le tue mani
ammaliata osservo
il tuo tocco gentile, lo sguardo sognante.
Chiudi gli occhi, evapori,
ti vedo ma so che sei lontano
tu e il tuo tesoro già in un’altra dimensione.
Poi in un eterno attimo
t’appoggi con il viso su di lui
che sulla spalla tua sicurezza ha già trovato.
Non so chi dei due sostenga l’altro.
E prima di unirvi nell’amore
con l’impeto, la gioia, l’estasi
che solo la passione sa dare
ti scorgo mentre inspiri con dolcezza.
La melodia ti ha già invaso
perché solo tu, vero musicista innamorato,
puoi sentire il profumo delle note
nel legno di un violino.

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Messaggio  Efriel Ven 09 Gen 2009, 12:15 am

ho un ricordo vago ma molto dolce di mio papà che suonava il violino,noi eravamo piccolini e restavamo a bocca aperta ascoltando e guardando le sue mani e l'espressione del suo viso.
Grazie
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Messaggio  minnie Gio 15 Gen 2009, 2:38 pm

Il libro




Nonno Romolo amava leggere, forse amava i libri sopra ogni cosa, soprattutto perché non gli era rimasto null’altro da amare. Era il solo sopravvissuto di una famiglia numerosa, ma aveva accettato la cosa come un evento naturale della vita. In tutte le cose c’è sempre un primo od un ultimo, e lui era l’ultimo.
Come tutte le mattine prese il caffé al bar, unico lusso della sua vita da pensionato, e lesse il giornale comperato dal barista. Andò poi alla panchina dei giardinetti, sperando di incontrare qualche coetaneo per fare quattro chiacchiere, meglio se una nonna, si sa che la galanteria è dura a morire.
Quella mattina non c’era nessuno, forse era troppo presto o troppo tardi.
Sulla panchina trovò invece un libro e pensò che fosse di quelli che vengono abbandonati, come doni viaggianti.
Lo prese tra le mani e l’annusò quasi per indovinarne l’età. Ci sono libri che sanno di stampa recente ed altri che sanno delle mani di chi li ha prima avuti.
A volte si sente profumo di donna, a volte tabacco da pipa. Per nonno Romolo i libri avevano un’anima nascosta, era quella degli occhi che per primi li avevano letti ed apprezzati od odiati.
Sfogliò la carta grossolana, segno di vecchia stampa, e si soffermò a considerare le sottolineature che qualcuno vi aveva fatto, entrando così in sintonia con quel lettore sconosciuto.
Il vento rinfrescò l’aria e allora tornò a casa con quel suo regalo inaspettato.
Si accomodò sul divano ed iniziò a leggere: stranamente quel libro gli pareva di averlo già letto, gli portava alla mente tante cose.
Alle prime pagine i ricordi suggeriti erano confusi, poi procedendo nella lettura si fecero sempre più vividi. Nomi, date, situazioni erano realmente i suoi ricordi, ma sembravano visti da un altro punto di vista, come dall’esterno, ricordi di un’altra persona, ma condivisi da lui.
Sempre più sorpreso da quella strana lettura procedeva con ansia verso il finale.
Il protagonista si faceva sempre più vecchio e solo, degradava con costanza verso l’unica soluzione possibile per un essere umano.
Mancavano poche pagine alla fine del libro, quando nonno Romolo capì il senso di tutto.
Quella era la sua storia, la sua vita, la sua biografia.
Non sapeva se essere stupito o sorpreso, di sicuro era sconvolto, ma sapeva che il finale sarebbe stato la morte del protagonista.
Mise allora il libro sul tavolo e rinunciò alla lettura, temendo che l’ultima pagina avrebbe coinciso con la sua morte, anzi lo sapeva per certo. Forse chi aveva lasciato il libro voleva che lui rivivesse i suoi giorni, vedesse gli errori o le gioie o magari chiedesse semplicemente perdono, ultima chance per morire libero da debiti morali.
Lui però non aveva nessun’intenzione di morire, avrebbe fregato il destino riportando il libro sulla panchina, lontano dagli occhi lontano da cuore.
Ma poi perché? Aveva 78 anni, quanto poteva sperare di campare ancora?
Ma poi perché non sapere da vivo, come sarebbe morto? La conoscenza forse gli avrebbe levato l’ansia e la paura?
Lasciò il libro sul tavolo, si disse “un giorno lo leggerò, non ora, non ancora porco boia!”
Tutti i giorni lo guardava a lungo, meditando su come eluderlo o come combatterlo. Guardava quel libro come un nemico, una malattia o un debito e gli pareva che il volume lo ricambiasse malignamente con una guerra fredda logorante. A volte sospettava persino che lo fissasse come un serpente che guarda una vittima.
“Non mi freghi, sai- gli mormorava- sarò vecchio ma mica scemo, tu stai lì, io sto qua e ognuno per i fatti suoi. Potrei anche bruciarti sai?”
Lo minacciava, ma mai lo avrebbe bruciato davvero, in fin dei conti era conscio che ci sono appuntamenti a cui nessuno può mancare.
Viveva ora quasi in simbiosi con quel suo ambiguo compagno, non riuscendo nemmeno a capire chi dei due fosse vittima o carnefice.
Per mesi guardò quel libro senza toccarlo, domandandosi ogni volta “Quando? Quando avrò il coraggio di finirlo?”
Passarono due anni, senza che lui nemmeno lo sfiorasse, ma il giorno del suo ottantesimo compleanno, platealmente solo con la sua noia, si disse “ora lo voglio finire, cosa mai avrò da perdere, se non poco tempo?”
Cercò gli occhiali, prese il libro, ma le mani ormai incerte lo fecero cascare e mentre lui si chinava a raccoglierlo, si spense la noia e si accese il buio dell’eternità.
Fu la convinzione di sapere già cosa avrebbe letto che lo fregò, non quello che c’era realmente scritto all’ultima pagina: “Fine del primo volume.”
Inutile sottolineare che a questo punto la Casa Editrice The Destiny non potè stampare i volumi successivi per mancanza del protagonista.

Rimane solo un ulteriore problema: come fa ad accendersi il buio?


questo può andare bene? M.

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Messaggio  minnie Gio 15 Gen 2009, 2:45 pm

Il libro di fantascienza


Accompagnai mio marito alla porta e gli feci le raccomandazioni come di solito faccio a mio figlio: vai piano, telefonami quando arrivi, hai preso le catene? Lassù nevica… e quasi gli dico di stare attento ad attraversare la strada. Lo so che sono un’ansiosa, ma è più forte di me.
Lui mi bacia teneramente, starà via una settimana, come al solito s’informa di cosa farò mentre lui non c’è.
“Ho intenzione di cominciare ad inscatolare qualcosa, lo sai che mi piace fare le cose con comodo”.
“Ma, cara, il trasloco lo facciamo tra un mese, non sarà troppo presto iniziare ora ad impacchettare le cose?”
“E se poi al momento buono, mi viene l’influenza o mi rompo una gamba?”
“Sempre ottimista, eh? Va bene, ma non ti stancare, quando torno ti voglio bella in forma!”
“Ma dai, sai pensare solo a quello..”
Sorrido compiaciuta di quella sua ultima battuta. Sì, sono una moglie fortunata; dopo tanti anni di matrimonio, ancora è attratto da me.
Mi preparai così ad ingoiare un poco di polvere, dopo avrei avuto un attacco d’asma allergica e avrei preso il cortisone, ma volevo iniziare a mettere nelle scatole i libri.
Presi la scala e iniziai a togliere dagli scaffali più alti i volumi, scartando quelli che non m’interessava tenere e che avrei regalato alla parrocchia.
Aprii la prima scatola, indecisa se riempirla in ordine tematico o di autore, ma alla fine misi i libri così come li prendevo dalla libreria.
I libri di fantascienza erano la maggioranza; sono la passione di mio marito. Lui fa il rappresentante di commercio e queste letture dice che lo rilassano. Questa settimana sarebbe stato a Belem, dove avrebbe cercato di vendere quelle benedette attrezzature alberghiere.
Presi in mano I guerrieri di Taloshhak, Al cospetto del grande Atariek e Memorie da Seneghsfar. Perché i libri di fantascienza hanno delle parole così impronunciabili?
Mi cascò di mano quello di Taloshhak e una lettera sgusciò dalle pagine. E che, i guerrieri ora si mettono a scrivere lettere?
La volli leggere.
- Henry tesoro mio, mi spiace di aver dovuto interrompere bruscamente la telefonata, ma i colleghi mi hanno sbattuto fuori dell’ufficio violentemente e con due pugni anche. Sì, sai con quei tre sono in confidenza: geloso? Sai, amore, ieri ero così stanca e giù di morale che con Lizzy, prima ancora di cenare, sono andata al cinema a vedere Hallo Dolly
- . Desideravo rivedere Barbara Stresand, l’avevamo vista insieme la prima volta a Belem, ricordi?
Amore mio, che dispiacere, mi veniva così istintivo allungare il braccio per prendere la tua mano, che il film non l’ho quasi seguito, sentendo che mi mancava qualcosa d’essenziale.
Purtroppo abbiamo potuto vedere solo il primo tempo, perché c’è stato un balckout. Alla fine ero ancora più giù di morale, avendo saltato la cena, visto mezzo film e si era accentuata la sensazione d’incompletezza, di vuoto melanconico e nostalgico, che mi ha accompagnato insistentemente negli ultimi giorni.
Anche per questo motivo non ti ho più scritto dopo quell’ultima lettera. Intendo dire che ora, dopo aver ricevuto tue lettere con un certo tono scontroso, non sono più sicura se ciò che dico sarà interpretato come io lo intendo, o altrimenti. Per la verità ti ho scritto molto, stracciando poi sistematicamente le lettere. Volevo essere certa di non spedirle, con tutto il loro contenuto d’amarezza e sofferenza. Sono stata molto male in questi giorni, credo persino di avere perso un paio di chili, perché non riuscivo a mangiare. Scrivendo certe cose mi sembrava di costringerti a compatirmi, ma ciò che mi ha fatto star maggiormente male, è l’aver dovuto fare un bilancio della mia vita, con risultato non proprio magnifico.
Ogni volta che ci troviamo in queste situazioni, tu poi dici…dimentichiamo, non ne serbiamo traccia.
Già, ma diventa sempre più difficile, non dico dimenticare, ma NON ricordare, quante sono state le volte e le parole con cui
mi sono sentita esaltare, e subito dopo lasciare scivolare in un gorgo di discredito dovuto alla tua sfiducia nei miei confronti..
Non sono più sicura che stiamo vivendo la stessa felicità: sono disorientata!
Parlami di te, amore, fatti conoscere di nuovo; forse ora ti scriverò lettere superficiali, impersonali, che tu potresti scambiare per un allontanamento. No. Solo disorientamento, confusione. Avrei bisogno di prendere una barca per un breve e innocuo viaggio nella mancanza di pensieri e dove non ci siano solo pasticche per dormire.
Scusa, non era mia intenzione affrontare quest’argomento, ma piuttosto nascondermi nel sottoscala come quando ero piccola e aspettavo che i pensieri si riordinassero in fila come bravi soldatini. Io lontana da tutto e da tutti, lontana dagli occhi di chiunque.
Davanti a me ho la foto della casa di Belem, mi sembra una finestra aperta sul nostro mare, con le nostre orme sulla sabbia, come un anno fa.
Guardami negli occhi, amore, io ti amo.
Mary

Bella lettera, stupende parole d’amore, più la rileggevo più mi commuovevo ma un piccolo particolare mi riempiva gli occhi di lacrime. Henry è mio marito ed io mi chiamo Agnese. Io ero la moglie tradita, l’ultima iscritta nel club delle cornute. La penultima era Mary, dandosi il caso che lui in realtà tradisse l’una con l’altra.. La fantascienza…che merda!
Mi sorpresi a non sapere come reagire, nessuno me lo aveva insegnato. Non mi veniva da pianger veramente, solo qualche lacrimuccia più per Mary che per me. Mi sfiorò un senso di comprensione per lei. Pareva essere una ragazza giovane, ancora impreparata alla sofferenza.
Ora anch’io ero inebetita. Ero cristallizzata. Non avrei mai creduto mio marito capace di comportarsi così. Era sempre così attento e affettuoso nei miei confronti! Mai avrei sospettato che fosse duoble faces.
Mi sedetti, ed aspettai che fosse il mio corpo se non la mia mente, a decidere come reagire. Nei film si vedono scenate tipo cose gettate in terra, urla e strepiti e con un inutile rito rivoluzionario, si spaccano piatti anziché le teste dei mariti. Si urla, si strilla, si telefona alla madre che risponderà...te l’avevo detto che non m’ispirava fiducia quello.…
Mi sentivo come un immenso nodo. Un nodo scorsoio che mi stringeva tutto il corpo. E lacrime niente, solo rabbia, una rabbia che stava crescendo dentro come un vulcano. Provai a battere i piedi per terra e urlare, ma mi sentii solo ridicola, non c’era nessuno spettatore che potesse “ammirare” il mio dolore e che condividesse con me quest’oltraggio. Se ci fosse stato qualcuno presente, avrei potuto essere una regina; la regina il cui regno era l’offesa. Immaginai che le reazioni mi avrebbero colto più tardi, quando la scoperta del tradimento avesse macerato in modo completo la mia anima. Bevvi un cognac, due caffè e un succo di frutta. Vomitai.
Presi i libri e li passai uno per uno, cercando altre lettere. Non ne trovai.
Cazzo! Non poteva evitare di lasciare anche quella? Sarei stata ancora una moglie sicura, fiduciosa , non scossa come un giglio innocente nella tempesta.
Mi sentii sempre di più come se avessi fatto un tour nel tritacarne.
Mangiai qualcosa. Tra stupore, rabbia, indignazione si erano già fatte le tre del pomeriggio.
Mi mancava il respiro.
Provai a fare i famosi esercizi yoga, per imparare i quali avevo fatto un corso che mi era costato un capitale. Sarebbe stato meglio se fosse costato anche di più, tanto i soldi erano di Henry!
Alle cinque avevo un appuntamento. Non sarei stata a casa a piangere e disperarmi. Partii alla riscossa. Mio marito aveva i suoi impegni, ma io a causa sua non avrei rinunciato ai miei.
Mi preparai con cura, mi truccai al meglio e andai a trovare James, il mio insegnante di yoga.
Lui sì mi avrebbe consolato. Da tre era anni il mio amante devoto.



Oppure questo? se è troppo lungo si può accorciare. rabbit M.
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Messaggio  Efriel Ven 16 Gen 2009, 11:40 pm

Accorciare??????ma scherzi???
Vanno bene tutti e due anzi.sarà il caso che cominciamo ad impaginare :-)
Stavolta non mi scappi minnie :-)
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Messaggio  minnie Sab 17 Gen 2009, 12:00 pm

alien se ci fosse bisogno di altro materiale fammi sapere, magari trovo qualcosa tra tutti sti fogli. M. cat
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Messaggio  minnie Sab 17 Gen 2009, 12:06 pm

ah, ecco ho trovato anche questo, vedi se è adatto.

Sotto la pergola

-Mamma, posso andare a giocare con le formiche?
.-Ma sì, vai pure, ma non ti allontanare troppo.
-Marta, ma che hai? Da quando siamo arrivati qui, più che parlare mugugni.
-Chetati, Maurizio! Io non mugugno, penso!
-Sarà, ma hai la faccia di quando sei incazzata!
-E allora lasciami stare, non farmi scoppiare. Che il bambino ci sente. E non sarebbe un bel sentire!
-Ma che cavolo dici. Sputa il rospo così la facciamo finita.
-Io sputare il rospo? TU piuttosto, non hai nulla da dire?
-Che oggi è domenica e siamo venuti qui per stare un poco in pace con Marco?
-Non nominare Marco! Il tribunale tanto lo darà a me!
-Tribunale? Ma che minchia dici. Di cosa stai parlando, si può sapere?
-Di te e dei tuoi traffici, ma cosa credevi, che non me ne sarei mai accorta? L’ho visto, sai, il messaggio sul tuo telefonino. E’ tanto che te li leggo, dopo la faccenda con la Monica, non mi fido certo più di te!
-Lasciamo stare la Monica, sono due anni che non la vedo, ed ora spiegati bene, perché tra poco ti meno.
-Diceva che ce n’era tanta, bianca e pura, costava poco, un vero affare e che se a te non stava bene, avrebbe trovato altri clienti. Porco, sei un porco, lo diceva sempre anche mia madre, santa donna. Ti sei messo a spacciare coca, eh? Ma io non ci sto, chiederò il divorzio.
-Io chiederò il divorzio, tu sei tutta pazza. Bianca la neve, la neve vera a Saint Antoine dove stavo per affittare una villetta a poco prezzo per levarci da questo caldo. Per il nostro anniversario, per scordare la Monica e tutto il resto.
-Maurizio…
-Stai zitta, non parlare. Quante volte te lo devo dire che io sono solo un rapinatore e non uno spacciatore!? Faccio anche un poco il magnaccia per arrotondare è vero, ma coca mai, non c'è mercato, la coca non tira!


Ultima modifica di minnie il Lun 19 Gen 2009, 11:39 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  Minerva Sab 17 Gen 2009, 5:13 pm

Questo dovrebbe andare bene



La mail


Si risvegliò dopo una notte molto agitata. L’idea fissa che aveva in testa l’aveva tormentata permettendole un sonno a sprazzi che non era certo stato ristoratore. Ci voleva un modo per risolvere la brutta situazione nella quale si era cacciata. Una mail, pensò, devo mandarle una mail in modo che legga quello che è successo. Sarebbe stata una vera tragedia se Lisa se ne fosse accorta prima di aver ricevuto la sua confessione. Aveva subito scartato l’idea di dirglielo di persona o con una telefonata, sicuramente avrebbe avuto la gola secca, e le parole non le sarebbero uscite dalla bocca . Se avesse tentato era certa che avrebbe fatto un discorso arraffazonato che avrebbe avuto solo la conseguenza di peggiorare le cose . Molto meglio scrivere. Si stiracchiò ben bene prima di alzarsi per togliersi le rigidità che il cattivo sonno le aveva provocato e poi si diresse in cucina a mettere su il caffé. Quando fu pronto portò la tazza accanto al pc, lo accese. Meglio prima scrivere una bozza in word decise, sorseggiando la stimolante bevanda calda. Le piaceva scriver e fortunatamente era domenica, non doveva andare a lavorare, aveva quindi tutto il tempo necessario per mettere giù quella lettera nel migliore dei modi scegliendo attentamente le parole. Scriveva, rivedeva e correggeva e poi ancora ed ancora fino a quando non era soddisfatta. Scrivere al pc aveva il vantaggio di non recare traccia di correzioni e ripensamenti. La pagina risultava pulita, senza traccia della laboriosa elaborazione. Non accese la televisione come faceva di solito, le ultime cattive notizie dal mondo e le informazioni meteorologiche non dovevano distrarla dal suo compito. Doveva scusarsi con la sua amica, la sua migliore amica per giunta e doveva ammettere di aver tradito la sua fiducia. Cominciò ricordando tutti gli anni della loro amicizia, la confidenza che c’era tra di loro. Quante le volte che le aveva raccontato le sue esperienze e le passioni alle quali aveva sempre dedicato ogni suo momento libero e anche le delusioni che un aspetto interessante ma ingannevole aveva provocato e quanti commenti avevano fatto. Certo era una brutta abitudine quella di passare da uno all’altro senza un criterio preciso seguendo il mutevole desiderio suscitato dalla curiosità . Tutti avevano lasciato una traccia più o meno profonda nella sua anima. Qualche volta li aveva rivisti, qualche volta il rivederli aveva portato a una riscoperta, altre volte no. Capita nella vita. Per l’ennesima volta si era lasciata trascinare dalla curiosità di possedere pure lui anche se era della sua amica. Si sa l’occasione fa l’uomo ladro, come dice il proverbio. Erano rimasti soli e lei aveva cominciato a guardarlo con un occhio diverso poi gli si era avvicinata e lo aveva toccato e dopo, dopo si era lasciata travolgere ed erano andati via insieme. Non sperava di ottenere il perdono ma contava sulla loro ormai passata complicità per avere almeno la sua comprensione. Le avrebbe anche fatto la promessa solenne che non avrebbe mai più fatto una cosa simile e che glielo avrebbe reso al più presto e lo avrebbe trattato proprio bene. Sarebbe stata attentissima soprattutto a non sgualcirlo e a non senza perderle il segno che ci aveva lasciato e di certo non le avrebbe raccontato come andava a finire quel libro J

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Messaggio  minnie Lun 19 Gen 2009, 11:43 am

ahahahah deve essere così che mi spariscono tanti libri! M. geek
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Messaggio  tricio Lun 19 Gen 2009, 7:41 pm

Vedete un po' se vi piace
Siamo cresciuti insieme, io e te , tu e io,
Sempre a giocare,
Sempre a sorridere,
Sempre a fare cose nuove ,
Sempre a cercarci
Ti ho amato quando mi dicevi che andava tutto bene,
Ti ho amato quando non stavi bene,
Ti ho amato quando mi hai fatto conoscere tutti i tuoi amici .
Ti ho anche aspettato quando mi chiedevi di aspettarti
Ti ho aspettato quando mi dicevi che non potevi farlo adesso.
Ti ho aspettato quando mi chiedevi se ero sicuro.
Ti ho aspettato quando tu non riuscivi a farlo.
Sempre con me nei miei momenti peggiori e nei momenti migliori.
Mi sono innamorato di un altro quando tu non mi ascoltavi.
Mi sono innamorato di un altro quando tu non mi volevi vicino.
Mi sono innamorato di un altro quando tu mi dicevi che non poteva funzionare.
Ti ho portato in giro per il mondo, abbiamo visto tanti paesi nuovi ,abbiamo fatto la guerra e abbiamo fatto la pace, sempre insieme tu e io , io e te
Poi..
Poi sei cambiato, hai cominciato a non essere più tu .
Hai cominciato a crescere
Hai cominciato a cercare conferme
Hai cominciato a cambiare vestiti
Hai cominciato a cambiare colore
Hai cominciato a ingrassare
Sei diventato lento
Sei diventato supponente
Sei diventato ingordo
Delle cose vecchie non ti andava più bene niente.
Tutto quello che avevamo fatto insieme non lo riconoscevi più
Allora ho cominciato a odiarti
Ho cominciato a non capirti più
Ho cominciato a non sopportarti più
Sempre più grasso e sempre più lento.
Non ti sopporto più e per questo ti odio con tutto il mio cuore











Accidenti a te Windows Vista !


Ultima modifica di tricio il Mar 03 Feb 2009, 12:42 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  Efriel Lun 19 Gen 2009, 9:53 pm

Vaaaa...Beneee!
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Messaggio  minnie Dom 25 Gen 2009, 12:46 pm

Testo unico


Ho scoperto un libro che dire magico è dire poco. Famoso dall’antichità, è stato tradotto in tutte le lingue del mondo, in edizione più o meno ridotta, e davvero in tutti gli idiomi, anche i più antichi e rari.
Ovviamente non è di facile lettura, bisogna leggere con calma per trovare ogni volta particolari ancora sconosciuti, ma di sicuro il suo contenuto è speciale. Si potrebbe dire che contiene tutte le sfumature della filosofia, insieme a concetti avventurosi. A volte è altamente poetico, a volte trucemente prosaico; non mancano parole eretiche, blasfeme, che fanno compagnia a quelle scientifiche o romantiche. Ci si possono trovare anche leggende, pagine di politica e tanti altre sfumature, tutto dipende dal senso che gli si vuole dare.
Insomma è veramente un testo unico, che passa indenne da una epoca all’altra senza mai perdere il suo valore intrinseco. Ovviamente ogni lettore darà un senso personale alla lettura, ma è così per tutti i libri.
Secondo un vecchio detto “non esistono libri, ma solo lettori.”
Si potrebbe dire che contiene tutti i libri del mondo, da Ovidio a Moccia, da Moliere a Sgarbi.
Il titolo? Ah, non l’ho ancora detto, è vero, ed ammetto che lì per lì è un poco generico: Dizionario.



Vedete un poco se è adatto.
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Messaggio  Minerva Lun 26 Gen 2009, 8:49 am

adattissimo

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Messaggio  aliaskirara Mar 03 Feb 2009, 2:36 pm

Ci provo anch'io, tentar non nuoce no? Embarassed


Tratto da una storia vera, la mia.

DA UN MESE AVEVO UN OSPITE IN CASA, E NON LO SAPEVO.

C’ERANO PERO’ DELLE TRACCIE ED AVEVO IL SOSPETTO DI COSA SI TRATTASSE.

DUE GIORNI FA POI NE’ HO AVUTO CONFERMA.

QUELLA NOTTE SI RIVELO’ E LO VIDI PER QUELLO CHE ERA. COSI’ PICCOLO E TIMIDO!

SAPETE: TRA UN PO’ DOVRO’ SFRATTARLO, MA NON ANDRA’ VIA DA QUESTA CASA, SE VORRA’, RIMARRA’, HA GIA’ PRONTO UNO SPAZIO, UN PICCOLO SPAZIO, TUTTO PER LUI. O UNA LEI? DIFFICILE A DIRSI. NON POSSO TOCCARLO. SINORA L’HO SOLO VISTO: C’ERA DEL BIANCO E DEL NERO, ... E GRIGIO.

MIA FIGLIA, LO HA VISTO ANCHE LEI, NE E’ STATA ENTUSIASTA, MIO MARITO … DICIAMO ANCHE LUI … IO PER L’ENTUSIASMO L’HO DETTO SUBITO A MAMMA E PAPA’, AL GIORNALAIO ED A CHI INCONTRAVO PER STRADA, … SI’ ANCHE AL SIGNORE DEL SUPERMERCATO.

QUI SE LO VORRAI POTRAI TRASCORRERE IL TUO INVERNO AL CALDUCCIO.

E' GIA' PASSATA UNA SETTIMANA.

QUEL BUCO, MI SPIACE HO DOVUTO CHIUDERLO, MA IL TUO NIDO E' PRONTO, L'HO FATTO CON LE MIE MANI E TE L'HO APPESO QUI SUL MURO TERRAZZO. CARO PICCOLO UCCELLINO, VIENI.
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Messaggio  Efriel Mar 03 Feb 2009, 10:01 pm

Molto carina.Adesso, direi che dobbiamo raccogliere il malloppo e farne un libro....ah, dimenticavo di inserire i miei racconti..beh,"E' bellissima è già inserita...metto Marta e Lotar adesso
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Messaggio  Efriel Mar 03 Feb 2009, 10:08 pm

Notte di natale

Din Don Dan le campane della chiesa chiamano a raccolta i fedeli è la notte di Natale.
“ciao Olga”
“Ma ciao Franca, come stai? E l’Antonio come va?” decine di voci s’intrecciano in questa notte speciale, tutti si sentono più buoni e vogliono apparire “più buoni” I sorrisi e i saluti e gli abbracci si spengono al trillo della campanella d’inizio messa.

“Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo amen...”

Marta ha ancora la mente stordita, non riesce a mettere a fuoco i pensieri,a malapena riesce a capire dove si trovi.Il suo ultimo pensiero, prima,era come fare a presentare ai suoi “lui”, come fare a far accettare Lotar ai suoi;si rendeva conto della differenza che c’era tra la sua gente e quella di Lotar, ma lei sapeva solo di amarlo e che lui l’amava.Ma questo era solo l’ultimo pensiero cosciente,adesso Marta era confusa e spaventata.Il bosco attorno alla casa, così familiare le sembra addirittura ostile,si alza dalla posizione prona in cui si trova e comincia a guardarsi attorno;dev’essere svenuta da un pezzo;era buio,questo lo ricorda bene,e adesso c’è la luce,sembra l’alba, o potrebbe essere il tramonto,non si è mai districata bene tra il sorgere e lo spegnersi,sia quel che sia ora riesce a guardarsi attorno non è un bello spettacolo ciò che vede.

“Mea culpa,mea culpa,mea maxima culpa...”

Olga si era messa a cena ,quella sera, preparando il piatto anche per Giovanni,suo marito.
Marito che,aveva sepolto due anni prima ma che,ancora non era uscito dal suo quotidiano e più di una volta si era trovata ad aspettarlo sulla ringhiera di casa, prima di ricordare, con un sospiro,che non sarebbe più tornato.
Questa sera invece, lo aveva fatto di proposito, non le andava di passare la cena della vigilia di Natale da sola e fingere di averlo ancora con sè,in qualche modo contribuiva a renderla serena.

“Preghiamo...”

Intorno a lei vede solo cadaveri,i suoi familiari e gli amici che stavano in giardino sembra riposino immoti nella posizione che la morte li ha colti.Solo il terrore fermato sui visi testimonia il dolore provato.Marta è sola,chiama disperata il nome di tutti quelli che conosce;nessuno risponde.Guarda il bosco così fitto, il bosco che l’ha vista crescere, il bosco in cui ha giocato e trovato l’amore:Lotar.Ecco, Lotar! “Oddio non sarà morto anche lui?” Lotar abita al dilà del bosco,in un altro villaggio e il loro,anzi i loro incontri sono stati al momento così intimi che nessuno se n’era accorto,ora non ha più importanza,nel suo villaggio nessuno è sopravvissuto tranne lei.

“In quel tempo Giuseppe andava a Betlemme a farsi registrare come aveva ordinat....”

Franca aveva fatto spesa, quella sera, voleva fare una “vera” cena della Vigilia di Natale.
Antonio aveva passato gran parte dell’anno in ospedale e tra poco avrebbe dovuto tornarci,I medici non le avevano dato grandi speranze,in fondo ,pregare,era una cura anche quella.
In tavola aveva messo tartine con caviale e salmone e vedere gli occhi dell’uomo che amava ormai da quasi mezzo secolo,dare un lampo di gioia le aveva confermato la bontà della scelta.

“ trovarono riparo in una grotta dove dormivano gli animali...”

Cautamente Marta uscì di casa, ancora non capiva come si era salvata ma ,ora, la cosa importante era raggiungere il villaggio di Lotar sperando che non fosse tardi;”Tardi per cosa?” Si chiese? Che cosa era successo al suo villaggio e cos’era quella roba bianca che calpestava?La risposta era lì in un angolo della sua mente ma non voleva accettarla.Continuava a dirsi che “no, non poteva essere!” Cercava di convincersi che quella specie di neve avesse coperto solo il suo villaggio e che quello di Lotar ne fosse rimasto immune.Invece,camminando tra i tronchi del bosco,continuava a calpestare quella maledetta”neve”.Il bosco era silenzioso come una tomba e Marta aveva paura,una maledetta paura che diventasse la”sua”tomba.

“Dalla lettera di San Paolo ai Corinti:fratelli....”

La luce non cambiava e questo disorientava Marta,a volte schiariva e poi si spegneva ma non finiva e riprendeva vigore.Tra i tronchi del bosco Marta aveva incontrato altri corpi coperti dalla,ormai non poteva più nasconderselo,neve velenosa,e,man mano si avvicinava al villaggio di Lotar,ogni corpo le pareva quello dell’amato,ed era con un sospiro di sollievo che scopriva non esserlo.Era andata al suo villaggio solo una volta ,perciò non ricordava molto bene la strada, era sicura però di dover attraversare una parte del bosco nuova,una parte ricresciuta dopo un incendio.Lì i tronchi erano più lucenti sotto la luce che illuminava,a tratti,il sottobosco,Marta sentiva il cuore nel petto battere forte,una voce dentro di lei gridava il dolore che provava,ma la sua bocca non emetteva suono,la sacralità della morte che incontrava l’ammutoliva.

“ Preghiamo:Credo in un solo Dio,Padre Onnipotente Creatore....

Le salite si facevano più erte e il respiro di Marta più corto,dal suolo si alzava un vapore che chiudeva la gola,ma lei continuava ad andare avanti, voleva raggiungere Lotar, rannicchiarsi tra le sue braccia ed ascoltare la sua profonda voce che le diceva:”Tranquilla piccola, va tutto bene..” Era questa speranza che l’aiutava a procedere tra i folti tronchi del bosco.

“Prese il Pane e disse: prendetene tutti e fate questo....

Il respiro più corto ad ogni passo,Marta cominciava a subire il danno di quei vapori.Loro,”Quei fottuti” come li avrebbe chiamati Lotar,avevano usato un veleno che non aveva antidoto,e Marta sentiva la vita lasciarla ad ogni passo,ma la speranza di trovare l’amato la spingeva a resistere alla tentazione di sedersi ed aspettare la fine

“Scambiamoci un segno di Pace...

Nella nebbia che cominciava ad avvolgerla Marta riuscì a scorgere il villaggio di Lotar Così, da lontano non riusciva però a vedere se fosse coperto oppure no di neve, le pareva di intravedere una chiazza scura al centro del villaggio,una chiazza sgombra da quei cristalli bianchi e lì si diresse con le ultime sue forze

“Signore non son degno della tua mensa ma di soltanto una parola...

Cadde e si rialzò, e poi cadde di nuovo ma,passo dopo passo si avvicinava sempre di più a quella chiazza scura che spiccava nel biancore mortale del paesaggio.Era una chiazza sgombra,sgombra anche dì corpi,Lotar non si trovava lì!

“Prese il calice e disse:Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti....

Arrivata alla chiazza scura Marta sentì un soffio d’aria pura che le liberava i polmoni.Dopo qualche minuto riprese il controllo di se e del suo corpo.Ormai aveva capito che era rimasta sola,l’aria pura le aveva tolto le tossine che il bianco veleno emanava;chi aveva compiuto questa crudeltà non sarebbe rimasto impunito.Ora, asciugati gli occhi e ricacciato in gola un singhiozzo,si mise a cercare Lotar.Senza speranza.

“La messa è finita fratelli andate in Pace.....

Trovò Lotar dietro la sua capanna,raggomitolato nello spasmo della morte.A fatica riuscì a trascinarlo nella chiazza sgombra e poi si coricò accanto all’amato aspettando.

“Ciao Olga, Buon Natale”, “Buon Natale Franca, Buon Natale Maria,salutatemi l’Antonio” “Certo Olga, Buon Natale” “Franca?” “Sì Maria?” “Ma hai sentito che puzza di Naftalina aveva il collo di volpe di Olga?”......

..Aspettando la ventata di aria pura che dissolse gli ultimi effluvi venefici e permise alle uova che Marta portava in grembo si schiudessero.

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Messaggio  Efriel Sab 14 Feb 2009, 9:12 pm

Stiamo componendo il libro.Anzi, Spenny, si sta smazzando i racconti e la copertina.Se qualcuno vuole proporne una propria o un titolo proprio...beh,che si muova! :-)
Al momento il titolo è :"Caleidoscopio" e la copertina di conseguenza :-)
Dai su non siate timidi cacciate fuori le idee^-^
Ef
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Messaggio  minnie Dom 22 Feb 2009, 8:39 pm

ho trovato nel cassetto un'altro racconto che potrebbe essere adatto. Se vuoi e se c'è ancora tempo posto anche quello.

Un'idea per il titolo? Così è, se vi pare. alien
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Messaggio  Efriel Lun 23 Feb 2009, 9:39 pm

Abbiamo spazio, perchè no,e per il titolo...al momento è "Caleidoscopio".ma possiamo mettere al voti anche "così è se vi pare"
Ef
PS per il racconto...veloce veloce :-)
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