Racconto per i nipotini...un giorno...

In un altro post, Alias chiede di partecipare ,nonostante la sua assenza a Rovereto, al racconto di cosa siamo andati a fare all'inizio di novembre in Mali.Ha ragione, per noi, intendo io vinnie, raymond, niki, mine,marcob,e pochi altri,che hanno vissuto il progetto fin dal suo embrione,risulta difficile capire quanto possa essere estraneo a chi si avvicina ora.In tre anni siamo andati mmm, io cinque volte, vin sette e maba una volta.Siamo stati al villaggio che oggi consideriamo, come gentilmente ci ha ricordato Ousmane (una volta era il referente per i progetti, ma ora è troppo occupato con il suo albergo a Mopti, per poter seguire i progetti nella falesia) a pranzo,durante la nostra visita il 9 novembre: "Adesso farete il vostro lavoro lungo i villaggio della Falesia, ma ricordate che Walià(il primo villaggio in cui abbiamo operato) "C'est lla famille, a Walià c'est la maison"
E' vero a Walià c'è la famiglia, amici che quando ci vedono festeggiano con noi e ci abbracciano e ci donano quello che hanno.Ma per voi, che sentite le nostre parole o leggete le poche righe che scriviamo, come potete capire se non raccontiamo meglio, se non mostriamo più immagini,descrivendole.Certo con Tricio ho parlato a lungo, ho risposto alle sue domande,ma è poco, troppo poco per riuscire a vedere i posti, a sentire gli odori,i suoni, gli uccelli,madonna come son colorati, che sfrecciano tra i baobab i manghi o i tamarindi(questi sono gli unici nomi che conosco, gli altri me li dicon in francese, quando non in dogon e.....l'età è quella che è..
Allora, anche per me, ho deciso di raccontare,partendo dall'origine.
.....E il sesto giorno Dio creò l'Uomo....magari non così dall'origine..ma da un raduno,già un raduno, un raduno a Tivoli nel settembre del 2004.A tavola,mentre si cazzeggiava come ben sa chi partecipa, tra una battuta e una riflessione sui sitemi massimi euclidei di stampo metafisico a iniezione criptica.Vin butta lì una domanda: Come fare un lago in una zona desertica in cui non possono arrivare i mezzi tecnici occidentali.Si scambiano poche battute, poi arriva la pappa e il discorso si ferma.E' perduto?In fondo noi di SSR al nostro attivo avevamo, allora, solo una donazione di un paio di mille euro raccolti con la vendita del nostro primo calendario e niente più.Nessuno aveva la minima idea del vaso di Pandora che ,piano,aveva schiuso.

E sempre sia ringraziato quel raduno allora!!!

Ebbene si io c'ero! Si dice così quando si ha avuto l'occasione di essere presenti ad un avvenimento epocale. Va bene, non devo esagerare, ma al versamento in posta all'Amref dei soldi raccolti con la vendita del primo calendario c'ero. Ci siamo poi accorti che le grandi associazioni avevano anche grandi spese, forse noi potevamo agire in un'altro modo; impegnandoci personalmente potevamo utilizzare allo scopo tutti i soldi raccolti. A questo punto potevamo scegliere un porgramma tutto nostro; Vin ed Efriel ci hanno parlato del lago nel Mali ma occorreva andare a vedere sul posto. Tutto si puo dire dei nostri amici tranne che perdano tempo in chiacchere :-) e loro son volati in Africa e son tornati con un progetto già bello che fatto. Così è nato il Lago di Valia.

by Mine

Infatti sulla strada del ritorno ne parlammo e si fissò un appuntamento a casa della presidente di Yacouba, che nel villaggio in questione Walià,allora un semplice nome esotico, aveva sviluppato altri progetti. L'incontro ci servì a capire che non si poteva "fare" senza prima andare a "vedere".E così, cone le mie paure e fisime m'imbarcai in questa avventura.Adesso vinnie dovrebbe raccontare il progetto.Intanto, tra l'incontro a settembre2004 e il viaggio a febbraio2005 la "macchina" di SSR si mise in moto e macinò(qualcuno dice triturò i maroni) si fecero dei quaderni dei ricettari die portafoto dei calendari e Ziocanta ci regalò alcune della sue foto da vendere.Vin si sobbarcò un mercatino Natalizio a Ponte Tresa in un freddo polare....insomma ci demmo da fare...comprese sette vaccinazioni necessarie alla bisogna.Poi venne il giorno della partenza per il nostro primo viaggio.In uno zaino pieno di bicchieri e piatti di plastica e cambi di biancheria e pile e lampade c'era anche la speranza di fare qualcosa.In tasca avevo la mia "Pozione di Astrerix" da prendere in momenti estremamente difficili....non la presi mai, feci un viaggio meraviglioso con compagni stupendi.Mi ricordo un paio di annotazioni sul mio diario, la prima "siamo alieni e resteremo tali,non riusciremo mai a capire come pensano loro e così loro di noi" oggi dopo cinque viaggi ne sono ancora convinto.La seconda" Lasciamo Bamakò e ci inoltriamo in quella che si potrebbe chiamare savana, ogni tanto dei posti di blocco fermano il nostro mezzo e allora siamo circondati da bambini.Spuntati dal nulla sembrano non finire mai.E' qui il futuro del mondo, nel viso di questi bambini e bambine, il nostro giro di giostra è finito, ora tocca a d altri..." Oggi rimango convinto sempre più che il futuro del mondo sia qui in Africa, siano gli Africani.La terza" Mentre sto scrivendo delle donne stanno frugando nella spazzatura alle mie spalle, tranquillamente.Qui non ti puoi nascondere, non puoi mentire,qui si vede quello che vali: poco." No so cosa sia il "mal d'africa" so solo che io non riesco a tornare a casa,qui,in Italia.
Ef

beh ad una fanciulla che dice "ancora ancora..." puranco a spinger l'altalena non si può negar un seguito :-) Piccola precisazione, il video in onda su canale 11che è del 2005( com'è che non c'è più? domani mi sentono!^_^) Non è il primo...ahahahahah...il primo risale al 2004, c'eravamo io vin niki e marcob...più luna, la mia pastorella tedesca accucciata ad ascoltare :-) Lì si siamo veramente imbarazzati, anche perchè c'era una giornalista ad intervistarci , non andavamo a braccio.:-) Comunque...dove eravamo rimasti,A si.Dunque Ci siamo, il tragitto Italia-Mali viene percorso con la RAM(RoyalAir Marocco) Malpensa Casablanca Bamakò.Si arriva a Bamakò alle tre di notte,l'atterraggio non è dei migliori, ricordo ancora il colpo, dormivamo tutti e ad un tratto una botta tremenda BUUUM....ehm, abbiamo toccato la pista un po' violentemente :-) Si apre il portello e,la prima cosa che noti è l'odore, o il profumo,insomma, il sapore dell'aria;Calda dolciastra,ti si attacca al naso e non se ne va.Si raccolgono le valigige, si disbrigano le ppratiche d'ingresso e conosciamo Ousmane che, ai tempi era solo un ragazzone di belle speranze.Insieme a lui ci sono una torma di altri "negri"è una sensazione strana trovarsi immersi nel loro colore e sentirsi "diversi", ci danno una mano a caricare i bagagli.Rita, che comandava la spedizione a cui noi eravamo aggregati, aveva un buon numero di valige con di tutto di più per il villaggio, dai medicinali ai quaderni alle magliette alle matite e dio solo sa quant'altro...persino una sedia a rotelle per l'allora capovillaggio colpito da ictus che non camminava più.Si dorme in una struttura Africana, praticamente uno spazio recintato e un cesso fuori nel cortile.Dormiamo tre o quattro ore, la strada è lunga , ci vorranno almeno due giorni buoni per raggiungere Walià, due giorni seduti su un pulmino a conoscersi e conoscere, no, conoscere non è il termine giusto, vedere-guardare, il panorama.Da Bamakò a Walià si devono attraversare 700km di Mali.Dopo aver colazionato e preso l'antimalarico, si carica il mezzo e si parte.Piano la città lascia spazio ai sobborghi e poi ai campi e beh,campi termitai e baobab e terra rossa.A mezzogiorno ci fermiamo a duna stazione autobus delle loro.Scendiamo per mangiare, entriamo....io esco...mi vergogno ma non ce l'ho fatta a mangiare in questo modo, rislgo sul pulmino, mangio due biscotti poi scendo e faccio un giro per la stazione dei bus, c'è gente ovunque che mangia,pollo o pesce( che sembra sempre morto di terrore), anche i miei compagni, vin in testa, stanno mangiando tranquilli.Io no.Sto pensando che in fondo,devo restare solo una settimana e, magari, digiunare fa pure bene.Non sarà così, quella sarà l'unica volta che non mangerò.Si riparte e a sera, a tarda sera arriviamo a Mopti,"la Venice du Mali" Simpatica e ridente città che si sviluppa sulle sponde del Niger.Scendiamo al "Ya pa de problem" che è di un Francese un po' rasta ma, l'albergo non è male,ci si lava un pochino e poi ,stanchi e affamati si va a mangiare.SI chiacchiera, sono impaziente di arrivare, sono qui per fare un lavoro non per turismo!Alla fine si va a nanna.Domani, si comprano le provviste e , finalmente, si entrerà nei territori Dogon.
Ef